martedì 17 settembre 2019

La città impara ad ascoltare




“Voglio creare bravi cittadini. Se un bambino ascolta buona musica dal giorno della sua nascita ed impara a suonarla da solo, allora svilupperà sensibilità, disciplina e pazienza. 
Ed otterrà uno splendido cuore”.

Shinichi Suzuki

“Non c'è spazio per una esperienza estetica fine a se stessa, che sia solo estetica”.
Emilio Garroni

La città impara ad ascoltare
è un progetto che prova ad
 aaavviare una pratica di riciclo creativo - che riutilizzi imballi, materiali porosi e cartoni di grande formato - finalizzata alla realizzazione di oggetti d’arte contemporanea funzionali, sul modello del diffusore a resto quadratico (o di Schroeder) e dei risuonatori di Helmholtz;
-          introduce agli stilemi e ai formati dell’arte contemporanea, attraverso la creazione di oggetti fonoassorbenti, sculture e installazioni multimateriale e di grande formato (realizzati indifferentemente da bambini, adolescenti e adulti, singolarmente o in team);
-          in collaborazione col Centro Audiologico e Foniatrico dell'A.S.P di Cosenza sensibilizza e divulga tra i genitori e il corpo docente in materia di ascolto,  compie attività di screening audiologici e di follow up finalizzati alla diagnosi precoce di sordità e di disturbi del linguaggio;
-          mette a disposizione di un’utenza allargata (nella sede operativa dell’ITC “Spirito Santo”) un “orecchio elettronico” costruito secondo il metodo Tomatis: attraverso l’effetto Mozart e altre pratiche di ascolto e di esecuzione di tipo ludico, agisce sui processi di accomodazione, ritardo e precessione, consentendo di impostare la “lateralità uditiva” favorendo la dominanza dell'orecchio destro, ritenuto preferibile come orecchio guida nel circuito audio-vocale;
-          sensibilizza cittadini e amministratori pubblici in materia di rumore e inquinamento acustico (principale causa di riduzione dell’intelligibilità del parlato e delle difficoltà di apprendimento delle lingue straniere), più in generale focalizza sui deficit uditivi lievi o medi (con perdita dai 30 ai 40 dB) che possono passare inosservati o essere scambiati per disattenzione e lievi ritardi d'apprendimento e disturbi del linguaggio;
-          fornisce strumenti teorico-pratici e motivazionali di supporto agli insegnanti di sostegno e al caregiver familiare (vale a dire a chi presta assistenza in modo gratuito, continuativo e quantitativamente significativo a un congiunto non autosufficiente a causa di una grave disabilità);
-          promuove pratiche di ascolto e di esecuzione musicale collettiva, secondo il metodo elaborato da Shinichi Suzuki.



Standing up (il contesto scientifico)

"La città impara ad ascoltare" muove dall'elaborazione di Alfred Tomatis, l’otorino che dedicò le sue ricerche ai rapporti tra orecchio e cervello, il primo che utilizzò Mozart come una sorta di equalizzazione preliminare finalizzata all’ascolto e all’apprendimento, in particolare delle lingue straniere. L’assunto di base dell’autore del metodo audio-psico-fonologico è il seguente: ciascuno di noi nasce in un particolare ambiente sonoro, che condiziona il diaframma selettivo dell'udito. Si tratta di una banda uditiva propria della lingua alla quale si appartiene. Per esempio, gli inglesi parlano tra i 2.000 e i 12.000 Hz, i francesi tra gli 800 e i 1.800 Hz, gli italiani fra i 2.000 e i 4.000 Hz. Di qui la difficoltà di entrare nelle altre bande uditive. “Se la lingua che vogliamo imparare usasse i fonemi della nostra e possedesse lo stesso ritmo, non avremmo problemi”. Le ricadute sono molteplici: da una diversa interpretazione dei disturbi legati alla scolarità (le difficoltà di lettura rimandano sempre a difficoltà d’ascolto), ai disturbi posturali e dell’età evolutiva. Non a caso, secondo i ricercatori del Texas A&M Health Science Center School of Public Health, la posizione migliore per studiare sarebbe quella in piedi, come dimostrano nello studio intitolato “Standing Up for Learning: A Pilot Investigation on the Neurocognitive Benefits of Stand-Biased School Desks”, pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health.  Quanto scoperto dimostra per la prima volta i benefici, a livello cognitivo, che lo stare in piedi porta agli studenti in classe, valutandone le funzioni esecutive, quelle cioè che ci permettono di analizzare i compiti che riceviamo, memorizzare ciò che ascoltiamo, capire ciò che leggiamo, risolvere problemi di vario tipo e organizzare i nostri pensieri quando scriviamo. Lo studio recentissimo non fa che confermare le ricerche pionieristiche di Alfred Tomatis, dove già negli anni '50 era chiaro che l’ascolto migliora e trasforma l’atteggiamento posturale (mentre quest’ultimo permette a sua volta all'ascolto di perfezionarsi grazie al messaggio che inizia ad arrivargli in maniera più fedele grazie ad un miglior dispiegamento della “via corporea”).
E’ infatti facile tramite l’orecchio elettronico provocare sperimentalmente dei cambiamenti di atteggiamento posturale in funzione di particolari modificazioni dell’ascolto. Imponendo un ascolto ricco in frequenze acute, si osserva, nel momento in cui la fonazione del soggetto si anima, una correlazione posturale in cui la colonna vertebrale si allinea, la cassa toracica si apre, il soggetto cerca una migliore attitudine dorsale tramite la rotazione del bacino in avanti. Una curva d’ascolto opposta, invece, che favorisca i gravi, produce una contro-reazione posturale che va in senso inverso alla precedente. Anche il consumo energetico relativo al mantenimento della nostra postura è minimo quando il corpo è in equilibrio, dritto e verticale.
La capacità che ha l’orecchio interno di svolgere queste funzioni gli viene dalla sua appartenenza ad un blocco neurologico molto complesso che ingloba il labirinto, il cervelletto, la corteccia e il corpo: esso tiene così sotto il suo controllo tutti i muscoli motori del corpo e ne coordina la motricità.
Già nel 1957 Tomatis dimostrò che si parla come si ascolta, che l'apparato fonatorio emette le frequenze che l'apparato uditivo riesce a percepire. E questo per lo stretto legame che esiste tra orecchio, cervello e apparato fonatorio. La chiarezza dell’esposizione orale, e anche della scrittura, sembra dunque dipendere dalla fedeltà percettiva (intendendo non soltanto un udito nella norma dal punto di vista quantitativo o del volume ma pure quello qualitativo della nitidezza e pulizia dei suoni). Se questa nitidezza è precaria, i ragazzi potranno registrare difficoltà nella comprensione (e quando non le mostrano è perché riescono a compensare bene il deficit con un sforzo intellettivo).
“La città impara ad ascoltare” vuol dire approcciare con una visione olistica alle forme più frequenti del disagio scolastico (discalculia, disortografia, disprassia, disgrafia e dislessia) oltre che e a quelle più generali di attenzione-concentrazione-memoria e di iperattività-aggressività (ADD e ADHD) .
In questo contesto teorico-pratico si inserisce a pieno titolo l’opportunità, anche in assenza di sintomi, di dare continuità allo screening uditivo già avviato nelle scuole primarie al fine di rilevare, prevenire e curare eventuali disturbi di sordità, di apprendimento e del linguaggio.
Lo screening audiologico, dunque, costituisce la fase valutativa e preliminare non solo di un’eventuale fase terapeutica ma anche di una sana rieducazione all’ascolto.
Vivere nel suono
Su un binario parallelo il metodo musicale Suzuki, le teorie e la pratica di Edwin E. Gordon, conosciute come Music Learning Theory (un modo per sviluppare l’intelligenza musicale, per crescere con la musica, a partire – con una sintomatica convergenza con Tomatis – dall’età prenatale) e El Sistema di José Antonio Abreu (“suonare in un’orchestra è molto di più di studiare musica”).

“La musica insegna” scriveva Wittgenstein, e non pedagogicamente aggiungeva qualcuno. Imparare ad ascoltare e a suonare pone le basi per un diffuso e radicale sistema anti-bullismo. Pratica alta di produzione di civismo e di cittadinanza.

diffusore a resto quadratico (o di Schroeder)
risuonatori di Helmholtz.





L'ipotesi di lavoro è dunque la seguente: 

8 passi in città
Articolazione del progetto
“La città impara ad ascoltare” - comunicazione di lancio dell’iniziativa: affissioni 6x3 (Cosenza), locandine (diffusione scuole di ogni ordine e grado area urbana CS), leaflet in diffusione regionale su settimanale nazionale, annunci stampa quotidiani regionali, messa in linea blog dedicato e profilo facebook

(passo 1) seminario dedicato all’ingegneria acustica applicata all’edilizia scolastica, a cura di Tools for culture (target: progettisti, studenti universitari dei cdl di Ingegneria e Architettura, amministratori di enti locali); 

(passo 2) ciclo di incontri su “Prevenzione delle patologie che ritardano lo sviluppo psico-fisico-intellettivo del bambino” e attività di screening bisettimanale a cura della dottoressa Angela Maria D’Amato, direttore Dipartimento di Prevenzione U.O. Centro Audiologico e Foniatrico (diffusione decentrata a cura della Cooperativa delle Donne, soggetto gestore della Città dei Ragazzi e delle ludoteche comunali di Cosenza);

(passo 3) introduzione all'elaborazione audio-psico-fonologica di Alfred Tomatis, a cura di Donata Chiricò docente di Patologie del linguaggio e Erica della comunicazione, Università della Calabria (destinatari docenti, insegnanti di sostegno, genitori, volontariato);

Comunicazione “abbassare il volume”, lancio della raccolta d’ingombranti e dei workshop dedicati alla realizzazione degli oggetti fonoassorbenti: diffusione “eco-sostenibile” di locandine e cartoline su cartoncino ecologico aromatizzato (in collaborazione con Ecologia Oggi, gestore del servizio di raccolta differenziata per il Comune di Cosenza)

(passo 4) avvio dell’azione di raccolta d’ingombranti e di riciclo creativo - che riutilizzi imballi, materiali porosi e cartoni di grande formato - finalizzata alla realizzazione di oggetti funzionali, sul modello del diffusore a resto quadratico (o di Schroeder) e dei risuonatori di Helmholtz (a cura di Tools for culture e auspicabilmente coinvolgendo gli ospiti delle residenze artistiche – BoCs art Cosenza);

(passo 5) installazione dell’orecchio elettronico in un laboratorio dell’I.C. “Spirito Santo” di Cosenza, attività dimostrative su postura e ascolto, effetto Mozart e apprendimento delle lingue straniere (a cura del dott. Vincenzo Falabella, otorinolaringoiatra e psichiatra);

(passo 6) organizzazione di una stagione di prove aperte e concerti Sud-Zuki nel nuovo cine-teatro dell’Istituto “Spirito Santo”;
Comunicazione esiti del progetto, tesaurizzazione e condivisione dell’esperienza: poster 6x3, annunci stampa quotidiana (area centro-sud), implementazione blog e produzione e-book

(passo 7) finissage e distribuzione gratuita nelle scuole cosentine degli oggetti fonoassorbenti e delle installazioni sonore (a cura della Cooperativa delle donne);

(passo 8) performance conclusiva itinerante sul bus Scopricosenza e presso il Castello Svevo e la Città dei Ragazzi di Cosenza (a cura di Takabum Street Band).



Tools for culture (capofila proponente)
La Cooperativa delle Donne (soggetto gestore della Città dei Ragazzi e delle ludoteche comunali di Cosenza)
Associazione Suzuki – talent center – Cosenza
Istituto comprensivo “Spirito Santo” – Cosenza
Con la supervisione scientifica di
Dott.ssa Angela M. D’Amato, Dirigente Responsabile U.O. Audiologia Preventiva, ASP Cosenza
Dott. Vincenzo Falabella, psichiatra e otorinolaringoiatra, Associazione Nazionale Ricerche Ecologia e Medicina Complementare (E.M.C.)
Prof. Donata Chiricò, docente di Erica della comunicazione, Università della Calabria (dipartimento di Scienze Umane – DISU)
M° Fausto Castiglione, presidente del Suzuki Talent Center di Cosenza
in collaborazione con
Ecologia Oggi spa (soggetto gestore della raccolta differenziata del Comune di Cosenza)



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(Indicare il ruolo del volontariato nel progetto, specificando il numero e la tipologia di soggetti da coinvolgere, le attività che li vedranno partecipi, i servizi per supportarne le attività)

La Regione Calabria censisce 325 associazioni di volontariato nella provincia di Cosenza. Nell'area urbana, tra Rende, Castrolibero e gli altri 12 comuni che fanno corona al capoluogo, sono circa 60 quelle che forniscono servizi ai bambini ospedalizzati o in difficoltà, alle persone che non hanno voce (contro la violenza ai minori e alle donne), alle persone con disabilità. A queste vanno aggiunte quelle che si occupano di musica e arte. L'effettiva capacità di mobilitazione dei volontari è garantita dal coinvolgimento degli insegnanti di sostegno e dei familiari dei ragazzi con patologie del linguaggio (dalle ipoacusie all'autismo, dalla disgrafia alla dislessia). L'assunto di base è che un’esperienza di volontariato non sia soltanto qualcosa che riguarda la sfera personale, ma qualcosa che fa crescere competenze ed acquisire anche professionalità nuove. Non c’è antitesi tra gratuità, competenza, professionalità, tra formazione e divertimento: solo disabitudine a tenerli assieme.




Part 11: Leonard Bernstein "Mambo" Gustavo Dudamel conducts the Venezuelan Youth Orchestra Simón Bolívar and the Venezuelan


Fuori sacco

Col rischio di fare “volontariamente”, con forme surrettizie di lavoro mal retribuito, ciò che dovrebbe essere fatto gratuitamente.
Il progetto punta sull'innovazione scientifica/tecnologica e sulla capacità seduttiva dei soggetti chiamati a testimoniare approcci teorico-pratici avanzati, olistici, centrati sul benessere della comunità scolastica tutta. Introduce per un verso nuovi profili professionali (tecnico audio-psico-fonologico, designer equalizzatore d'interni, etc.), nuove e più durature motivazioni per il caregiver familiare, stimoli in termini di “bacini di cattura” (nozione forgiata da Jean-Toussaint Desanti per tradurre l'impatto di un gesto su un gruppo, il suo effetto di coinvolgimento collettivo) per nuove forme di volontariato.
C'è, di pari passo con il "carnale" tutto un insieme espressivo, simbolico, cioè gesti, atteggiamenti, comportamenti che si sedimentano. Insomma strutture che reggono le relazioni, e alcune delle quali possono trasformarsi in "bacini di cattura

Il progetto punta sull'innovazione scientifica/tecnologica e sulla capacità seduttiva dei soggetti chiamati a testimoniare approcci teorico-pratici avanzati, centrati sul benessere della comunità scolastica tutta. Suggerisce nuovi profili professionali (tecnico audio-psico-fonologico, designer equalizzatore d'interni, etc.), nuove e più durature motivazioni per il caregiver familiare, stimolo in termini di “bacini di cattura” (l'impatto di un gesto su un gruppo) su nuove forme di volontariato.


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